Patologie dell'eccesso e verità bugiarda
DOI:
https://doi.org/10.4454/phi-psy.v1i1.249Parole chiave:
patologia, eccesso, verità, anoressia, nuovi sintomiAbstract
Partendo dall'anoressia mentale, questo articolo discute il problema dello statuto della verità nella clinica contemporanea delle cosiddette nuove forme del sintomo. Mostro come lo statuto del sintomo contemporaneo sia eterogeneo rispetto a quello del classico sintomo freudiano ottenibile dalla clinica delle nevrosi. Articolo questa differenza facendo leva sulla dimensione dell'eccesso di godimento e sulla funzione della verità in gioco nel sintomo. Nel sintomo nevrotico, l'eccesso di godimento si presenta sempre in forma parziale e nel quadro di una struttura discorsiva: Lacan direbbe che si presenta come un plus-de-jouir. La verità si presenta in questo quadro come non completamente dicibile, e come una verità bugiarda, inesorabilmente presa nella struttura fittizia della catena significante in cui si costituisce il soggetto nevrotico. Nel cosiddetto sintomo contemporaneo, la dimensione dell'eccesso si presenta in forma massiccia e non parziale, al di fuori del discorso di-fatto se non strutturalmente. La verità che le è correlata non è offerta come non completamente dicibile o metaforica, ma piuttosto letterale, superegoica e olofrastica. Allo stesso tempo, questo articolo evidenzia la funzione difensiva che queste nuove forme sintomatiche mettono in gioco: proteggere il soggetto dal passaggio all'atto distruttivo, in particolare al suicidio. In questo senso si sottolinea piuttosto anche la funzione positiva di “azione” in gioco in questi sintomi - con particolare riferimento all'anoressia e alla tossicodipendenza - che dà vita alla costruzione di un rituale articolato e quotidiano che dura nel tempo e sostiene il godimento della pratica sistematica in gioco.
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