Abito, legge e dissenso
Wilde e i suoi seguaci
DOI:
https://doi.org/10.4454/syn.v5.1195Parole chiave:
Wilde, Dress, Law, Equality, DissentAbstract
In un’epoca in cui la rispettabilità costituiva il parametro per definire l’identità personale e l’aspetto esteriore rispecchiava la morale e lo status sociale, Wilde sfidò le regole sia della rappresentazione del sé, sia della legge. Essendo l’abito e la legge intrinsecamente connessi, Wilde, attraverso la propria immagine, esprimeva un sentimento di insofferenza nei confronti di quelle norme vittoriane che miravano a circoscrivere i diritti e le identità maschili e femminili. Nonostante la popolarità di Wilde sia legata alla sua immagine di dandy e allo stile eccentrico del suo abbigliamento, i suoi scritti inerenti alla moda e all’abito appaiono ancora inesplorati. Questo contributo vuole quindi indagare il pensiero di Wilde sulla rappresentazione del sé focalizzando l’attenzione su “The Philosophy of Dress”, “The Truth of Masks” e sulla sua esperienza di direttore editoriale di The Woman’s World. Si vuole porre l’attenzione su quale sia stato il contributo di Wilde al dibattito sulla moda e l’abbigliamento nonché sulle implicazioni relative alla parità di genere ad esso connesse nel contesto tardo-vittoriano. Si rifletterà, inoltre, su come il pensiero di Wilde, dove arte, bellezza, abito e moda interagiscono, abbia anticipato il senso di insofferenza nei confronti degli stereotipi di genere espresso dalle icone della pop music.
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