Locke su morale e religione

Autori

  • Samuel Rickless University of California San Diego

DOI:

https://doi.org/10.4454/sl.5-890

Parole chiave:

Locke, morality, ethics, religion, demonstration, God, theism, equality

Abstract

Questo saggio indaga due serie di questioni: in primo luogo, se Locke ritenga che sia possibile, in linea di principio, dimostrare la morale e, in caso affermativo, se sia possibile praticamente; in secondo luogo, se Locke consideri necessarie presupposizioni religiose per dimostrare la morale e, in caso affermativo, se ritenga possibile conoscere tali presupposizioni tramite la ragione, o se si debba credervi solo sulla base della rivelazione divina, in particolare quella cristiana. Per quanto riguarda la prima serie di questioni, si sostiene che, secondo Locke, la morale sarebbe effettivamente dimostrabile in linea di principio e che, al di là delle limitazioni di tempo e sforzo imposte dalla mera finitezza umana, non esisterebbero ostacoli pratici insuperabili, derivanti dalla natura del compito o dalle debolezze dell’intelletto umano, alla dimostrazione morale. In risposta alla seconda serie di questioni, e prestando particolare attenzione alle argomentazioni di Jeremy Waldron sull’opinione di Locke riguardo all’uguaglianza fondamentale, si sostiene che le dimostrazioni di Locke sulle verità morali sostanziali (come il nostro status di esseri uguali dal punto di vista morale, i nostri diritti e doveri morali) dipendono dalla sua prova dell’esistenza di Dio, ma non richiedono in alcun modo presupposizioni specificamente cristiane.

Pubblicato

2024-12-23

Fascicolo

Sezione

Articoli