Menti estraniate e i loro corpuscoli: Bacone, Helmont e Locke sul pensiero disfunzionale
DOI:
https://doi.org/10.4454/sl.4-709Parole chiave:
Francis Bacon, Jan Baptista van Helmont, John Locke, thinking, mental illnessAbstract
Tra il XVI e il XVII secolo, una ridefinizione epocale della nozione filosofica di intellectus portò diversi pensatori a escogitare nuove soluzioni per porre rimedio a quella che veniva sempre più percepita come la presunta incapacità della mente umana di conoscere e controllare la realtà. In questo articolo mi concentro su tre casi che, a mio avviso, possono essere studiati con profitto in quanto interconnessi, poiché Bacone, Helmont e Locke condividevano preoccupazioni simili sulla portata e sui limiti della mente umana. Tuttavia, partivano da premesse diverse; suggerivano che le menti umane abitassero universi diversi di materia particolata e, soprattutto, immaginavano soluzioni diverse per quanto riguarda la questione dell'estraneità mentale.