L’eredità lockiana nella filosofia sperimentale di Jan Śniadecki e la sua ricezione
DOI:
https://doi.org/10.4454/sl.3-449Parole chiave:
Jan Śniadecki, Condillac, Kant, experimental philosophy, empiricismAbstract
Questo saggio si concentra sulla ricezione di Locke negli scritti, pubblicati solo in parte, di Jan Śniadecki (1756-1830), filosofo sperimentale e matematico di spicco dell'Illuminismo polacco. Śniadecki, che trascorse un semestre a Londra nel 1787, conosceva bene il Saggio sull’intelletto umano. Nel suo Filozofia umysłu ludzkiego [Filosofia della mente umana] (Vilnius, 1822), egli si identifica come un lockiano convinto, anche se critico, e rivendica la sua originalità nello sviluppo della psicologia sperimentale del maestro. Inoltre, come rettore dell'Università di Vilnius, propagandò il lockianismo. La struttura di base di questo saggio è la seguente. In primo luogo, esso analizza i concetti lockiani nell’interpretazione di Śniadecki e li colloca nel contesto della sua critica a due estremi, ovvero l'oscuro trascendentalismo di Kant e l'idolatria della sensazione di Condillac. In secondo luogo, esso mostra come, nel corso del XIX secolo, questi concetti siano stati utilizzati nel quadro post-kantiano. In particolare, il saggio discute i “Commenti all'Addendum al Saggio sulla filosofia” di Vasilij P. Androsov, kantiano ed economista russo, e l'Introduzione e panoramica alla filosofia positiva di Julian Ochorowicz, psicologo sperimentale e collaboratore di Wilhelm Wundt. Infine, esso ritrae Śniadecki come un filosofo sperimentale che, come Locke, era in linea con la cultura animi della prima modernità, la concezione della coltivazione della mente. In questo modo, mette in evidenza come lo scavo nel passato arricchisca la recente ricerca su Śniadecki risolvendo alcune incongruenze interpretative, ad esempio prendendo per buona la beffarda confessione di Śniadecki sull'empirismo così come lo definisce Kant.