Ripensare l’occasionalismo: John Locke e il potere (o i poteri) della natura
DOI:
https://doi.org/10.4454/sl.2-281Parole chiave:
John Locke, Nicolas Malebranche, Jonh Norris, Occasionalism, Power, Laws of NatureAbstract
Sebbene negli ultimi anni sia aumentata la letteratura sull'occasionalismo della prima età moderna, sulle sue diverse espressioni e la sua diffusione, il numero di ricerche sulla ricezione britannica di tale dottrina è ancora molto limitato. Tuttavia, la diffusione della filosofia di Malebranche in Gran Bretagna suggerisce che alcune delle discussioni sul ruolo di Dio in relazione alle azioni causali e alla natura dei corpi che si svolsero oltremanica furono guidate dalle stesse domande sollevate dalle dottrine occasionaliste nel resto d'Europa. L'obiettivo di questo articolo è quello di suggerire che la definizione lockiana dei poteri naturali, con tutte le difficoltà che comporta, può essere letta anche come una risposta ai problemi posti dalle argomentazioni occasionaliste, in particolare dalla negazione della pretesa che dall'osservazione dei fenomeni naturali si possa dedurre l'esistenza di poteri causali. La prima sezione riassumerà brevemente la critica di Locke all'occasionalismo nei suoi scritti su Malebranche e John Norris, mentre la seconda analizzerà il trattamento di Locke della nozione di potere. Attraverso questa rassegna, si dimostrerà che il peso dell'esperienza nella filosofia di Locke è strettamente connesso al problema di rendere conto delle azioni degli esseri finiti che troviamo nella critica occasionalista dell'azione causale.