Dagli angeli alle occasioni. Un’ipotesi a partire dal ‘problema della trasduzione’
DOI:
https://doi.org/10.4454/sl.2-258Parole chiave:
Problem of Transduction, Occasionalism, Late Scholasticism, Angelic Knowledge, Angelic LanguageAbstract
Questo articolo affronta alcuni resoconti tardo-scolastici (Suárez, Abra de Raçonis, Gamaches, Ysambert, Arriaga), del “problema della trasduzione” negli angeli, come possibile fonte per la genesi dell'occasionalismo della prima età moderna, in particolare di La Forge e Cordemoy. Infatti, se il “problema della trasduzione” costituisce una questione strutturale di tutta la gnoseologia aristotelica, l'impossibilità di interazione tra sostanza immateriale e materiale riguarda, più in generale, tutte le sostanze spirituali, ponendo la questione del principio di “trasduzione” già a livello degli angeli, creature del tutto immateriali e incapaci di qualsiasi rapporto con i corpi. Per rispondere a questa peculiare versione del “problema della trasduzione”, la Tarda Scolastica elabora dottrine che sono dirette antecedenti di quelle occasionaliste, e che probabilmente hanno influenzato direttamente il primo occasionalismo moderno. Per seguire questo percorso investigativo, intersecherò tre linee argomentative complementari. In primo luogo, mi concentrerò sull'angelologia tardo-scolastica, per evidenziare come la necessità di risolvere il “problema della trasduzione” in questo peculiare contesto spinga le Scuole del XVI e XVII secolo a una concezione proto-occasionalista dell'innatismo angelico. In secondo luogo, individuerò nel dibattito sulla locutio angelica dei luoghi chiave per l'elaborazione di un modello che vede Dio come unica causa efficiente e unico garante delle comunicazioni e dei contenuti della mente. In terzo luogo, sottolineerò come i dibattiti angelologici tardo-scolastici possano essere una fonte importante per il dualismo della prima età moderna e per l'occasionalismo del XVII secolo, in particolare per La Forge e Cordemoy.