Locke sulla resurrezione delle persone: tassonomia e testi biblici
DOI:
https://doi.org/10.4454/sl.5-1188Parole chiave:
changeling, classification, person, resurrection, St PaulAbstract
In An Essay Concerning Human Understanding Locke propone una teoria dell'identità personale che intende dare un senso alla dottrina paolina della resurrezione dei morti. Secondo la teoria di Locke ci sono difficoltà filosofiche nel dire che i corpi e gli esseri umani, in contrapposizione alle persone, possono risorgere nel giorno del giudizio. In questo articolo mi chiedo se il resoconto di Locke sulla resurrezione sia riuscito come sembra. Sostengo che la sua teoria solleva due tipi di difficoltà. Nella prima parte mostro come la teoria debba affrontare le obiezioni filosofiche che derivano dalla tesi di Locke, contenuta nel Libro III del Saggio, secondo cui la classificazione è opera dell'intelletto; questa tesi sembra minacciare la distinzione tra i concetti di essere umano e di persona da cui dipende il suo racconto della risurrezione. Attingendo alla trascurata discussione di Locke sugli ”scambiati", mostro inoltre come egli debba affrontare le obiezioni derivanti dalla sua tesi secondo cui Dio opera con una propria tassonomia. Nella seconda parte dell'articolo mi rivolgo a problemi più specificamente teologici e affronto la questione se Locke sia giustificato nel sostenere che il suo resoconto della resurrezione è confermato dagli insegnamenti di San Paolo. Sostengo che Locke non può fugare del tutto il sospetto di essere colpevole di leggere la propria filosofia nel testo delle epistole di San Paolo.