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Linee guida per gli autori

Nella redazione del contributo da proporre a Ricerche Linguistiche (RL) , gli Autori dovranno attenersi scrupolosamente alle norme redazionali elencate di seguito [PDF]. Il manoscritto finale deve essere inviato per posta elettronica a ricerchelinguistiche@edizioniets.com e al Segretario di Redazione (alessandro.deltomba@uniroma1.it).

1. Indicazioni generali

Lingue

Articoli e recensioni possono essere redatti in una delle seguenti lingue: inglese, francese, spagnolo, tedesco o italiano. Per quanto concerne i contributi redatti in lingua inglese, l’Autore deve essere coerente nell’impiego dell’ortografia britannica o americana.

Formati e font

Il manoscritto finale deve essere inviato sia in formato Microsoft Word (*.doc, *.docx, *.rtf), sia in *.pdf. Il testo deve essere redatto esclusivamente tramite l’impiego di font Unicode.

Lunghezza dei contributi

Come regola generale, gli articoli non devono superare i 40.000 caratteri; le Léxeis non devono superare i 12.000 caratteri; le recensioni non devono superare i 15.000 caratteri.

Sistema di revisione reciprocamente anonimo

RL impiega il sistema di revisione tra pari a doppio cieco. Al momento dell’invio del manoscritto, l’Autore è pregato di redigere e inviare un secondo file con una versione del lavoro priva di ogni riferimento all’Autore.

2. Struttura e formattazione del manoscritto

Abstract e parole chiave

Gli articoli devono obbligatoriamente includere un breve abstract (100-150 parole) e 3-5 parole chiave che siano in grado di cogliere i principali temi trattati nel contributo. L’abstract e le parole chiave devono essere redatti in lingua inglese.

Paragrafi e note

Sarebbe preferibile articolare il contributo in paragrafi (ed eventualmente sottoparagrafi), da numerare a partire dalla Introduzione (se presente, andrà dunque numerata come ‘1’ e non come ‘0’). I relativi titoli vanno in corsivo. RL consente fino a un massimo di due sottoparagrafi.

Ex.

1. Introduction

2. Indo-Iranian languages

2.1. Old Indo-Aryan languages

2.1.1. Vedic Sanskrit

2.1.2. Epic Sanskrit

2.2. Old Iranian languages

2.2.1. Avestan

2.2.2. Old Persian

Usare l’inserimento automatico delle note a piè di pagina (e non delle note a chiusura) e non ricominciare la numerazione da 1 per una nuova pagina o un nuovo paragrafo. L’esponente della nota andrebbe posto prima del segno di interpunzione.

Stile

Le forme linguistiche oggetto di trattazione (p.es. morfemi, lessemi, sintagmi) vanno in corsivo. Per il significato delle parole e le traduzioni si usino gli apici singoli (‘...’), p.es. lat. lupus ‘lupo’.

Il neretto e il sottolineato dovrebbero essere accuratamente evitati, a meno che il loro impiego non trovi una valida giustificazione. I termini che necessitano di enfasi o sono usati con valore non letterale possono essere posti fra apici doppi (“...”).

Il maiuscoletto deve essere impiegato esclusivamente per le glosse (vd. sotto).

Le traslitterazioni devono andare tra parentesi uncinate 〈...〉, p.es. persiano antico 〈d‑a‑r‑y‑v‑u‑š〉.

Riferimenti bibliografici

Tutti i riferimenti vengono indicati tramite il cognome dell’autore, seguito dall’anno del contributo e dall’eventuale pagina di riferimento:

Ex. Autore (anno: pagine)
Rossi (1921: 12-14)

La forma di citazione è unica per monografie e contributi in rivista o in volume. Per gli intervalli di pagina si usi il trattino corto (-), evitando abbreviazioni quali s./ss., sg./sgg., ibid., etc.

Se contributi diversi dello stesso autore sono pubblicati nel medesimo anno, è necessario distinguerli facendo seguire all’anno di pubblicazione una lettera, p.es. Rossi (1993a: 14); Rossi (1993b: 35).

Qualora gli autori di un contributo siano due, vanno separati mediante &, p.es. Rossi & Verdi (2010). Nel caso di tre o più autori, indicare solo il cognome del primo seguito da et al. (in corsivo), p.es. Rossi et al. (2000).

Nei riferimenti in nota, i cognomi degli autori vanno in maiuscoletto.

Ex. Rossi (1996); Rossi & Verdi (2010); Rossi et al. (2000)
 
Citazioni

Citazioni brevi vanno inserite nel corpo del testo o della nota e racchiuse tra virgolette caporali («...»).

Ex. As a consequence, what Aristotle did was to transpose Protagoras’ distinction between ἄρρενα, θήλεα, and σκεύη «dal piano delle caratteristiche del denotato al piano delle caratteristiche del segno linguistico […]». (Belardi 1985: 82-83)

 

Le citazioni lunghe, invece, vanno separate dal corpo del testo con un rigo vuoto e in corpo minore, con indentazione di 1 cm. a sinistra della citazione. Non vanno racchiuse tra virgolette caporali, ma precedute nel corpo del testo dai due punti. Il riferimento bibliografico alla citazione deve essere posto dopo il segno di interpunzione.

Ex. A questo proposito Burrow scrive come segue:

The importance of the grammarians in the history of Sanskrit is unequalled anywhere in the world. Also the accuracy of their linguistic analysis is unequalled until comparatively modern times. The whole of the classical literature of Sanskrit is written in a form of language which is regulated to the last detail by the work of Pāṇini and his successors. (Burrow 1955: 47)

Esempi e sistema di glossatura

Gli esempi vanno separati dal corpo del testo, numerati, tradotti e, eventualmente, glossati, seguendo il sistema di glossatura del Max-Planck-Institut für evolutionäre Anthropologie di Lipsia (https://www.eva.mpg.de/lingua/pdf/Glossing-Rules.pdf). Le informazioni metalinguistiche contenute nelle glosse vanno in small caps.

Ex. (1) yád īṃ sómā babhrúdhūtā ámandann
    when ptcl Soma:nom.pl.m. rinsed.by.Babhru:nom.pl.m. exhilarate:pst.3pl.
  ‘When the Soma drinks rinsed by Babhru exhilarated him’. RV 5.30.11a
  (2) ἰχθύσι τοῖς ὀλίγοισι    
    fish(m).dat.pl. art.m.dat.pl. little.m.dat.pl    
  ‘To the little fishes’. Od. 12.252
 
Figure e Tabelle

Figure e tabelle vanno numerate e accompagnate da una didascalia da porre sotto la relativa figura o tabella, secondo il seguente modello:

  Tocario A e B Tocario A Tocario B
Casi primari nominativo, obliquo, genitivo ­— [vocativo]
Casi secondari locativo, perlativo, allativo,
comitativo, ablativo
strumentale causale

Tabella 1. Sistema di casi del tocario

3. Bibliografia

La bibliografia va posta alla fine dell’articolo e deve essere ordinata alfabeticamente per cognome dell’autore. Contributi diversi dello stesso autore vanno ordinati cronologicamente a partire dal meno recente. Il titolo del contributo va sempre in corsivo, che si tratti di libri o articoli. I cognomi di autori e curatori vanno posti in maiuscoletto.

Ecco alcuni esempi:

monografie

Corbett, G. G. (1991), Gender, Cambridge, Cambridge University Press.

Emmerick, R. E. (1968), Saka Grammatical Studies, London, Oxford University Press.

EWAia = Mayrhofer, M. (1992–2001), Etymologisches Wörterbuch des Altindoarischen, Heidelberg, Winter Verlag.

Articoli in rivista

Meillet, A. (1931), Essai de chronologie des langues indo-européennes, in «Bulletin de la Société Linguistique de Paris» 32, pp. 1-28.

Rohlfs, G. (1971), Autour de l’accusatif prépositionnel dans les langues romanes: concordances et discordances, in «Revue de linguistique romane» 35, pp. 312-334.

Articoli in volume

Humbach, H. (1974), Problems of Mihr Yašt in the Light of Philological Evidence, in Frye, R. N. (ed), Neue Methodologie in der Iranistik, Wiesbaden, Harrassowitz, pp. 85-92.

Parlangèli, O. (1971), Note di storia linguistica italiana (a proposito dell’area Lausberg), in Coseriu, E. & Stempel, W.-D. (eds), Sprache und Geschichte. Festschrift für Harri Meier zum 65. Geburtstag, München, Fink, pp. 353-372.

Recensioni

Jamison, S. (2014), Review of Dahl, E. (2010), Time, Tense and Aspect in Early Vedic Grammar, Leiden–Boston, Brill, in «Indo-Iranian Journal» 57.1/2, pp. 141-160.

de Vaan, M. (2011), Review of Lipp, R. (2009), Die indogermanischen und einzelsprachlichen Palatale im Indo-iranischen, Heidelberg, Winter Verlag, in «Kratylos» 56, pp. 1-14.

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