Chi sono io per la psicanalisi? Un viaggio dall’identità alla nominazione
DOI:
https://doi.org/10.4454/phi-psy.v3i2.869Parole chiave:
discorso contemporaneo, legame sociale, identità, identificazione, nominazione, trattamento analiticoAbstract
“Poliamoroso”, “pansessuale”, “asessuale”, ma anche “razzializzato”, “non binario”, “ipersensibile”, “zebra”, HPI”… Dal rifiuto di venire assegnati a una diagnosi a una auto-nominazione sotto cui i soggetti ormai si presentano, la nostra epoca è piena di nuovi significanti in via di proliferazione, attorno a cui si radunano nuove comunità. Quale funzione può essere attribuita a tali termini, quale l’età che sembra adornarsene rapidamente, col paradosso che da una parte si conferma l’indirizzo depatologizzante di un movimento genericamente democratico, dall’altra invece esiste la richiesta di presentarsi con un nome, spesso di jouissance che permette di essere inserito nella società?
Bisogna, dunque, considerare questa spinta generalizzata all’identità come un recupero del discorso capitalista della cosiddetta libertà di costruire se stessi, al di là delle impronte biologiche (Non sono ciò che il mio corpo dice che sono) o impronte significanti (Non sono ciò che tu dici che sono)? Dobbiamo considerarlo come una sorta di strategia di particolarizzazione in un’era di crisi generalizzata, un avatar contemporaneo della piccola differenza freudiana?
Con Lacan, tenteremo di comprendere quale relazione al discorso sembra essere in gioco oggigiorno, provando a capire cosa si intende coi termini assegnazione, performatività, nominazione e auto-nominazione.
Speriamo che queste nozioni ci permetteranno di perfezionare la nostra comprensione dei percorsi di analisi e di come questi producano una identità sistematica, nei termini di Jacques-Alain Miller, una nominazione anti-identitaria, un punto di differenza assoluta che riporta l’alienazione dall’Altro dal linguaggio, consentendoci di darci un nome in un modo differente.
Pubblicato
Fascicolo
Sezione
Licenza
Il copyright è ceduto dall'autore all'editore per 5 anni dalla pubblicazione. Trascorso questo periodo di tempo, ai contenuti è attribuita una licenza Creative Commons (Attribution-ShareAlike 4.0 International).