Autocoscienza e desiderio

Schilder e Dolto sulla continuità del sé

Autori

  • Stefan Kristensen University of Strasbourg

DOI:

https://doi.org/10.4454/phi-psy.v2i1.424

Parole chiave:

schema corporeo, immagine corporea, sé minimale, regressioni, esperienza del desiderio

Abstract

Questo articolo si interroga su come il soggetto sviluppi un senso di sé continuo, che attraversa diverse esperienze singolari e separate, una questione molto dibattuta dalla fenomenologia contemporanea. A tal fine, esamina il legame tra l'affettività e la costituzione della soggettività di base nel lavoro di Paul Schilder e Françoise Dolto, due clinici il cui pensiero si fondava sulla nozione di schema corporeo e/o immagine corporea. Il legame intimo tra affettività e struttura della soggettività, stabilito attraverso la pratica clinica di entrambi gli autori, viene poi messo in relazione con i dibattiti contemporanei sul concetto di sé minimale. La tesi principale è che, per passare da un sé momentaneo e sottile, legato solo all'esperienza particolare, a un sé diacronico e continuo, è necessario qualcosa di più della semplice riflessività del sé: una relazione desiderante con gli altri che si prendono cura del soggetto. Se questo è valido, abbiamo formulato un punto di incontro tra la tradizione psicoanalitica e quella fenomenologica.

Pubblicato

2022-11-10

Fascicolo

Sezione

Articles