“Tout le monde est dupe”: L’etica lacaniana della Stupidità
DOI:
https://doi.org/10.4454/phi-psy.v1i1.251Parole chiave:
stupidità, significato, struttura, scienza, religione, psicanalisiAbstract
IlSeminario XXI, Les non-dupes errent (1973-1974), è uno dei momenti più affascinanti e allo stesso tempo sottovalutati dell'insegnamento di Lacan. Il presente lavoro si propone di discutere le implicazioni epistemologiche e politiche di questo seminario, concentrandosi in particolare sul ruolo trascurato e non sufficientemente evidenziato di mediazione che esso svolge tra il “tardo” e “l'ultimissimo” Lacan. Nella prima parte si fornirà una breve contestualizzazione del seminario: come si sosterrà, il ritorno di Lacan alla nozione cruciale dei Nomi del Padre è inseparabile dal postulato della reciproca equivalenza dei tre registri (il Simbolico, l'Immaginario, il Reale), e di conseguenza implica il sostanziale ridimensionamento del primato del Simbolico - se non la sua drastica svalutazione. Nella seconda parte, l'articolo introdurrà la teoria dialettica della Stupidità di Lacan: sottolineando l'equivoco semantico del titolo del seminario (Les non-dupes errentsignifica sia “I non dotti vagano” sia “I non dotti si sbagliano”), Lacan equipara la scienza, la psicoanalisi e la religione come tre modi diversi in cui il soggetto viene “ingannato” dal sapere [savoir]. Infine, ispirandosi a una recente intuizione di Alain Badiou, l'articolo suggerirà che la triade lacaniana della stupidità (psicoanalisi, scienza, religione) è in realtà un quadrato dialettico, la cui quarta posizione è occupata dal sapere cinico (cioè una presunta e insostenibile forma di non sapere).
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