L’etica della patologizzazione nel DSM

Autori

  • Luigi Grisolia Università degli Studi di Salerno

DOI:

https://doi.org/10.4454/egs5y949

Parole chiave:

psichiatria, DSM, patologizzazione, medicalizzazione, lutto, depressione, disfunzione

Abstract

Questo articolo esplora il fenomeno della patologizzazione di un vasto insieme di comportamenti ed esperienze e l'aumento delle diagnosi psichiatriche prodotte dal DSM. Nel primo paragrafo, si esaminerà il dibattito tra Jerome Wakefield e alcuni psichiatri dell'American Psychiatric Association sulla patologizzazione del lutto, incorporata nella diagnosi di disturbo depressivo maggiore dal DSM-5. Nel secondo paragrafo si mostrerà che gli argomenti basati sul concetto di disfunzione, ripresi sia dai filosofi che dagli psichiatri, portano ad un'antinomia insolubile e ad una definizione tautologica dei disturbi mentali. Partendo dalle posizioni di Canguilhem, si cercherà di spostare la prospettiva dalla posizione empirica a quella etica: si mostrerà che il fenomeno della patologizzazione è una conseguenza della struttura normativa del DSM. Nella terza sezione, verranno infine esaminate le ipotesi etiche alla base del DSM e verrà messa in risalto la sua logica utilitaristica ed operativa volta ad ottimizzare i tratti comportamentali.

Pubblicato

2025-02-03

Fascicolo

Sezione

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