Destinare la sua parola

Leggere Pascal per avvicinarsi a Lacan

Autori

  • Cigale d’Arthuys Université Paris VIII Vincennes-Saint-Denis

DOI:

https://doi.org/10.4454/sk51tw53

Parole chiave:

Directing one’s word, Destiny, the big Other, the barred Other, the non-answer, Theology, Psychoanalysis

Abstract

Questo articolo è una riflessione sui vari modi di indirizzare la propria parola a un'altra persona. Prestando attenzione alle sfumature e alle diverse modalità di questo indirizzo, cerchiamo di individuare gli effetti di questo atto sulla parola e sul soggetto che la pronuncia. Ci si chiede se dirigere la propria parola possa, se non annullare, almeno piegare qualcosa del destino del soggetto. Per cercare di riflettere su questo aspetto, si propone di studiare due modi di rivolgere la parola, non più a un simile ma a un Altro: quello di Pascal nei testi spirituali e quello dell’analizzante nel trattamento analitico come lo intende Lacan. L’obiettivo è cercare di individuare convergenze inaspettate tra la pratica teologica del linguaggio e l'esperienza analitica della parola, in modo da poter individuare anche i punti di divergenza e di irriducibilità.

Pubblicato

2024-08-01

Fascicolo

Sezione

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