Il Comico Dietro Al Clinico:
Tre figure cinematografiche
DOI :
https://doi.org/10.4454/nja80e72Mots-clés :
psicanalisi, psichiatria, schizofrenia, cinema, commerciale, Bataille, Bergson, Polanski, Lynch, ChaplinRésumé
Questo articolo esamina tre rappresentazioni cinematografiche distinte per dimostrare come la commedia spesso maschera la malattia mentale soggiacente e il suo trattamento. Il primo è uno spot prodotto da un noto marchio di moda italiano e diretto da Roman Polanski, che presenta una seduta psicoanalitica con una visione umoristica. Il secondo è il film di David Lynch, "L'uomo elefante", una rappresentazione biografica di Joseph Merrick, un uomo britannico afflitto da una rara e grave deformità fisica. Infine, esploro l'iconico film muto di Charlie Chaplin, "Il vagabondo." Nella prima figura, approfondisco come gli elementi comici possono essere enfatizzati quando la psicoanalisi è spogliata delle sue componenti fondamentali, tracciando paralleli tra la nozione di Freud del subconscio e il saggio di Georges Bataille, The Big Toe. Passando alla seconda figura, scopro un legame storico nascosto tra i freak show e lo sviluppo precoce della psichiatria, illuminando una prospettiva sfumata sulle percezioni sociali della malattia mentale. Nella figura finale, analizzo il ritratto di comportamenti stravaganti in individui schizofrenici, prendendo spunto dalla teoria del comico nei gesti e movimenti di Henri Bergson, come delineato nel suo lavoro fondamentale, Il riso, e particolarmente evidente nei film muti come Il vagabondo di Charlie Chaplin.
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