L’imbarazzo della prematurazione: se Hegel gode
DOI :
https://doi.org/10.4454/ywge2021Mots-clés :
prematurazione, desiderio, dialettica servo-signore, astuzia della ragione, reale, mancanza primordiale, linguaggio, JouissanceRésumé
In La sovversione del soggetto e la dialettica del desiderio nell'inconscio freudiano, Lacan pone ai suoi lettori una domanda capitale: Hegel, nella famosa dialettica servo-signore, avrebbe ignorato la condizione prematura dell'essere umano, delegando all'Astuzia della Ragione il compito di collocare il servo al posto che gli spetta, al posto del signore. La dialettica hegeliana è dunque una dialettica guidata da una razionalità intrinseca al reale, che si manifesta nelle figure che lo spirito assume nel suo cammino verso l'autorealizzazione. Per Lacan, sembra che le cose non stiano esattamente così. Infatti, alla base della sua reinterpretazione della dialettica in questione ci sarebbe il reale del godimento, di quel godimento perso ab origine a causa della prematurità biologica che contraddistingue l'uomo. In un certo senso, il reale di Hegel è pieno, internamente razionale, tendente alla completezza; in Lacan, al contrario, è bucato. Il buco nel reale della biologia, secondo Lacan, è compensato dal linguaggio che, proprio perché proviene dall'Altro, imprime per sempre il suo marchio sull'agire del soggetto in relazione all'altro. A nostro avviso, per Lacan non è l'Astuzia della Ragione la vera protagonista della dialettica intersoggettiva, ma la castrazione simbolica.
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