Psychic envelopments and repetition in Antonin Artaud’s late poetics of cruelty (1945-1947)
DOI:
https://doi.org/10.4454/phi-psy.v3i1.608Keywords:
Theatre, Theology, Theatrics, Psychic EnvelopementsAbstract
L’articolo esplora la logica che anima il teatro tardo di Antonin Artaud, concentrandosi soprattutto su L’Historie vécu d’Artaud-Momo e i suoi textes préparatoires.
Il teatro di Artaud è rappresentato come movimento circolatorio in tre parti: a) Prima parte: il teatro come possibilità incarnatorie della carne b) Seconda parte: il teatro come rappresentazione spettacolare c) Terzo movimento: il teatro come pornografia.
Questi tre movimenti devono essere interpretati come trasformazioni del concetto stesso di teatrologia nelle sue due facce: 1) la trasposizione dei corpi (theatro), 2) simbolico-mentale (logia) e vengono rivisitati alla luce di dinamiche energetiche che ci permettono di intendere il concetto di trasformazione di Artaud come il progressivo dispiegarsi di membrane o involucri psichici che via via devono essere devastati e lacerati.
Questo “metro” introduce l’odio come istanza e affezione che ci consente di immergerci nella logica psicotica della sua opera.
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