The dream is political. Dream tactics of anti-oppressive resistance.
DOI:
https://doi.org/10.4454/phi-psy.v3i1.615Keywords:
dream, heterotopia, fascism, capitalism, resistanceAbstract
Come sostiene Elvio Fachinelli discutendo il movimento studentesco del 1968, il sogno può fungere da obiezione ostinata del desiderio inconscio. L’obiettivo di questo articolo è mostrare come si può interpretare il sogno come principio di dissenso fondamentale e sotto quali condizioni esso può essere impiegato dal punto di vista politico come margine di resistenza, come rifiuto dell’oppressione o persino della cancellazione da parte di una società che si considera onnicomprensiva. Che si tratti del regime nazifascista, come evidenziato nei sogni raccolti da Charlotte Beradt durante il Terzo Reich, o che si tratti della società capitalista, come rappresentato nel documentario “Dreaming Under Capitalism” di Sophie Burneau, il potere politico del sogno non è semplicemente un fatto consolatorio o utopistico. Al contrario, il sogno appare qualcosa di radicalmente eterotopico proprio perché è capace di aprire polemicamente uno spazio potenzialmente contrario, per sfidare qualsiasi chiusura totalitaria.
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