Anarchia spaziale
DOI:
https://doi.org/10.4454/b8qvqq43Parole chiave:
Maxxi, casa giapponese, giapponismoAbstract
Nel corso del novecento ed in ambito architettonico, la cultura occidentale e
quella giapponese intensificano una corrispondenza in cui il tema della casa
rappresenta il barometro più efficace attraverso il quale individuare affinità
e divergenze. Nonostante la distanza fisica, Europa e Giappone rappresentano
due territori che per dimensioni, clima ed aspetti geo-antropologici, risultano
comparabili. Le questioni trattate in questa esplorazione sono riconducibili
alle dimensioni essenziali che la casa rappresenta per la cultura
architettonica giapponese. Il suo valore urbano, quindi la propensione della
casa verso l’esterno e quello tipologico, dato dalla sua organizzazione interna.
In Giappone la forma città rappresenta il risultato, anche politico, di un
processo avviato nell’immediato dopoguerra. Rispetto all’esperienza e alle
sperimentazioni europee sul tema dell’abitare collettivo, ad ogni nucleo familiare
era data la possibilità di costruirsi una casa ovunque fosse possibile.
Lo spazio domestico rappresenta, per la cultura giapponese, il luogo in cui l’essenza
individuale resiste e si amplifica rispetto alla struttura sociale. In questa
dinamica l’articolazione e la gerarchizzazione degli spazi domestici intensificano
un funzionalismo spirituale in cui la casa rappresenta un vuoto misurato e la sua
organizzazione l’identità di chi la abita.