I giocattoli di Omero? Considerazioni critiche sul valore di athyrma nella cultura greca antica
Abstract
‘Chincaglieria’, ‘cianfrusaglie’, ‘ninnoli’ e ‘castelli di sabbia’: queste sono alcune delle traduzioni moderne più comuni del termine greco athyrma nelle sue occorrenze omeriche. Il sostantivo, glossato dai grammatici greci e bizantini come un sinonimo arcaizzante di paignion, ha posto alcune importanti questioni esegetiche sul proprio valore semantico e sugli effetti di connotazione suggeriti dal proprio uso nella produzione melica greca arcaica.
Andando al di là di una limitante prospettiva di ricerca ‘uno a uno’ dei (para-)sinonimi del termine questo studio cerca invece di fornire una rinnovata analisi dei contesti d’uso del sostantivo neutro anche sulla scorta delle riflessioni etimologiche interne alla cultura greca antica a proposito di athyrma fornite da esegeti del testo omerico e lessicografi.
Percorrendo un’ampia galleria di testi dallo spettro cronologico esteso, da Saffo a Eliano, questa ricerca ha l’obiettivo di portare l’attenzione su una rappresentazione culturale di athyrma diversa da quelle sottese dalle traduzioni moderne: dalle analisi condotte in questo lavoro athyrma sembra posizionarsi in una rete di configurazioni semantiche e culturali comune con categorie quali quelle di ‘artefatto meraviglioso’, ‘oggetto prezioso’ e ‘spettacolo accattivante’.