Se l'orologio si rompe. Un breve excursus dalle grammatiche deterministiche alle non deterministiche
DOI:
https://doi.org/10.4454/fhd52067Parole chiave:
grammar, lexicon-grammar theory, taxonomies, Maurice GrossAbstract
Se si dovesse riassumere con una metafora il lungo cammino che da Stoici e Alessandrini ci ha portato alle varie grammatiche contemporanee, si potrebbe dire che la grammatica di una lingua è stata di fatto concepita a lungo, in modi e con apparati formali più o meno raffinati e complessi, come una macchina ben organizzata. Sorge quindi un'ovvia domanda: qual è stato il modello di grammatica che, nonostante alcune superficiali differenze, ha avuto successo? Una questione di questo tipo è affrontata in modo sistematico e coerente da Maurice Gross a metà degli anni Settanta, con la scoperta della salienza del lessico nel definire la forma della grammatica. Il lessico di una lingua, originariamente utilizzato per verificare le ipotesi teoriche, diventa il cuore del modello generale di grammatica. Questo mette in discussione nozioni fino ad allora certe nella tradizione, ovvero quelle di "regola" ed "eccezione".
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