Il volto come segno, parametro sistematico e testo
La “grammatica antropo-linguistico-geografica” dei fisionomisti del secondo Ottocento italiano
DOI:
https://doi.org/10.4454/dkp0da35Parole chiave:
grammar, face, physiognomy, semiotics, Italian 19th centuryAbstract
Nell’Italia postunitaria, il desiderio di codificare un’apposita grammatica interdisciplinare che facesse dialogare positivisticamente antropologia, linguistica e geografia incrociava lo studio del volto, del suo supporto materiale (la faccia) e delle espressioni veicolate, il quale aveva messo da parte la precedente tradizione con lo studio darwiniano delle emozioni. Radicata in un contesto somatologico e con un ruolo di primo piano dell’elemento linguistico, la codificazione della mimica cadde sotto i colpi dei costrutti ideologici, evidenziando nei principali partecipanti al dibattito (Mantegazza, Lombroso, Pullè) un intrinseco tradimento (più o meno involontario) degli intenti originari, che avevano a cuore il solo dato scientifico, facendo dunque del fuori-dalla-norma l’oggetto della nuova grammatica distorta.
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