La grammatica del diavolo
Titivillus e la potenza della parola nel Medioevo
DOI:
https://doi.org/10.4454/enty3h83Parole chiave:
grammatica, Titivillus, Potere, Scrittura, PeccatoAbstract
Saper scrivere costituisce nel Medioevo la forma di un privilegiato strumento di potere e i demoni sono infatti considerati potenti in quanto grandi esperti nell’ars grammatica. Tra questi, la figura del demone Titivillus suscita grande interesse per i ruoli differenti che gli sono assegnati nel corso dei secoli medievali: è il demone che annota su una pergamena i peccati degli uomini o distrae i monaci amanuensi dal loro lavoro, ma anche colui che segna i pettegolezzi delle donne scambiati durante le funzioni religiose, o ancora il petulante piccolo diavolo che prende nota delle omissioni e degli errori grammaticali pronunciati durante la recita delle Ore per presentarli poi al tribunale di Dio come prova incriminatoria nel giorno del Giudizio Finale. Presente, tra l’altro, nelle pagine di Agostino, Guglielmo di Alvernia e Jacques de Vitry, la figura di Titivillus aiuta perciò a comprendere la concezione della scrittura e del ruolo centrale della grammatica nella storia del pensiero medievale.
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