Il significato nel diritto. Due teorie del significato ordinario per la l’interpretazione della legge e le ragioni per cui non funzionano

Autori

  • Francesca Poggi “Cesare Beccaria” Department, University of Milan

DOI:

https://doi.org/10.4454/tmq0s676

Parole chiave:

Legal Interpretation, Ordinary Understanding, Law Creation, Rule-based Theories, Speaker-based Theories

Abstract

La visione tradizionale dell’interpretazione giuridica si basa su diverse teorie del significato ordinario per stabilire quale sia il significato giuridico e come coglierlo. In questo saggio distinguo le attuali teorie del significato classificandole in due grandi gruppi, o meglio, due modelli ideali: teorie basate sulle regole e teorie basate sui parlanti. Questa distinzione non vuole essere mutuamente esclusiva né collettivamente esaustiva. Tuttavia, questi due modelli, e la differenza tra loro, sono interessanti per i miei scopi in quanto sono solitamente considerati i migliori candidati per spiegare il significato giuridico, vale a dire il significato dei testi giuridici. Contro queste opinioni comuni, cercherò di dimostrare che l’applicazione di entrambi i modelli all’interpretazione giuridica è problematica. Anche se per ragioni diverse, entrambi i modelli non sono adatti all’ambito giuridico. Il fallimento di entrambi i modelli fa emergere una differenza irriducibile tra la comprensione ordinaria e l'interpretazione giuridica e produce alcune conseguenze indesiderabili. In particolare, ciò comporta il crollo della distinzione tra creazione e applicazione del diritto.

Pubblicato

2021-12-22

Fascicolo

Sezione

Saggi